Storia del Travertino Romano
La storia del travertino romano rimanda al III secolo a. C. Nell’antica Roma, infatti, le caratteristiche di questa pietra naturale erano altamente apprezzate e rapidamente questa divenne il materiale da costruzione più utilizzato in architettura. Non si trattò di un caso: come riferisce il geografo greco Strabone, che visse per lungo tempo a Roma, il trasporto del lapis tiburtinus, o travertino, era estremamente agevole sia via terra che via fiume.
I romani estrassero migliaia di metri cubi di travertino dalle cave del Barco, nei pressi di Tivoli. A renderlo il materiale più apprezzato e conveniente contribuirono sicuramente la qualità della pietra, la vicinanza a Roma, la facilità dell’estrazione e della lavorazione, il tutto unito alle caratteristiche intrinseche di resistenza e durata nel tempo.
Sulle tracce del travertino romano a Roma
Ogni edificio architettonico è espressione dell’attività dell’uomo che vive in un determinato ambiente, ed è alimentato dalla natura del materiale utilizzato per arredare lo spazio. Ogni architetto sceglie i materiali più appropriati. In ogni caso, a partire dal II secolo a.C., la compattezza volumetrica, l’esaltata energia romana, e la precisione poliedrica e sintetica dei dettagli che iniziano a caratterizzare l’espressione di Roma, sembrano essere istintivamente associate alle qualità del travertino romano. In seguito l’uso della nostra pietra si trasformò da puramente utilitaristico ad espressivo, ricco di contenuti e significati specifici, tipico della natura romana.
Come alternativa al travertino romano, un’altra pietra naturale frequentemente utilizzata era il tufo. Anche se il tufo era un materiale meno resistente e meno lavorabile in precisione del travertino, si ritrova comunque nelle fondamenta, negli edifici e nei muri dell’antica Roma. Ad esempio, nel Tempio della Fortuna Virile, eretto verso la fine del II secolo a.C., gli architravi erano costituiti da archi piatti in tufo, poggiati su componenti in travertino in corrispondenza delle colonne. Grazie a questa progettazione architettonica, il Tempio è in piedi ancora oggi.
Ad ogni modo, non è un caso che il travertino romano appaia in grandi opere pubbliche, per scopi civili e utilitaristici, al servizio della collettività. Quell’architettura, che esprimeva la potenza e l’efficienza delle istituzioni, che evocava il senso civico degli antichi romani, che abbracciava le necessità della vita della repubblica richiedeva una pietra naturale in grado di affrontare la sfida nel suo insieme. Le porte della città, gli acquedotti, i ponti, gli edifici destinati agli spettacoli… solo il travertino romano poteva conferire loro le solide fondamenta necessarie.
La storia del travertino romano è strettamente legata a un’innovazione cruciale nelle tecniche costruttive del III e II secolo a.C. La sua diffusione è andata aumentando nei secoli, fino a divenire il simbolo stesso della città di Roma.
Oggi architetti, designer e ingegneri si lasciano ispirare all’antica architettura romana, utilizzando il travertino romano per arredare edifici, progetti residenziali e uffici in maniere differenti ma ugualmente creative. Combinando gusti moderni, architettura classica e tecniche innovative, il travertino romano viene esportato in tutto il mondo.
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